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sabato 24 gennaio 2009

Domande sul Sesso

Quando I Bambini Ci Fanno Domande Sul Sesso: Cosa Dire

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Le domande dei bambini: nulla è capace di metterci più in difficoltà di quei quesiti che ci vengono proposti spesso nei momenti più inaspettati. Capita magari che siamo in cucina a preparare la cena e un figlio si avvicina domandando “Cosa vuol dire orgasmo?”. Certo è duro mantenere la calma di fronte ad un evento che ci colpisce quasi con la stessa forza di un pugno nello stomaco, ma non ha alcun senso fare finta di nulla e quindi è bene dotarsi di pazienza e buona volontà e provare a capire come è meglio comportarci quando i nostri figli ci dimostrano di avere bisogno di noi.
La prima cosa certamente da evitare è non rispondere e “glissare la questione”, non prendendosi responsabilità di fronte alle domande dei bambini, magari fingendo di non avere sentito oppure mettendoli subito a tacere con frasi tipo “Che domande è che vieni a farmi. Lasciami in pace, non vedi che ho da fare?”.
Questa modalità nel tempo terrà sempre più lontani i nostri figli da noi, proprio in relazione alle domande che invece in modo più pressante e significativo interesseranno la loro vita. Ecco cosa riporta Marcello D’Orta in un suo volume[1], relativamente a ciò che due bambini hanno scritto a proposito della non voglia dei grandi di dare risposta alle loro domande sessuali:
“Io come escono i figli dalla pancia l’ho capito, è come entrano che non l’ho ancora capito”.
“I miei genitori non mi hanno mai parlato di sesso perché dicevano sempre che ero troppo piccola. E adesso ancora non me ne parlano perché dicono che ormai sono grande e già lo so.”
Come ha scritto E. Servadio “prima o poi il bambino viene fuori con qualche domanda precisa e bisogna rispondergli. Nei primi anni di vita le domande si riferiscono, in genere, al corpo, agli organi sessuali del bambino o dei fratellini e delle sorelline, a come si viene al mondo. Sappiamo che a molti genitori queste domande fanno venire i sudori freddi. Però è anche bene sapere che il bambino in fondo, se non è stato precedentemente intimorito e inibito, pone queste domande con la stessa tranquillità con cui può chiedere perché l’auto si muove o che cosa è che fa sollevare un aeroplano.
Perciò il genitore interrogato non deve, secondo me, pensare di dover rispondere come prescriverebbe un testo o entro confini e con termini tassativi ed esaurienti. A un bambino di 4 anni non si debbono spiegare “tecnicamente” le differenze tra l’apparato genitale maschile e quello femminile, così come sarebbe inutile spiegargli punto per punto la differenze fra una turbina e un motore a scoppio: non capirebbe né in un caso né nell’altro. Il più delle volte le risposte devono procedere per gradi, senza anticipare le domande.[2]”.
Perciò, armiamoci di buona pazienza e della convinzione che ai nostri figli servono le nostre risposte. Se non forniamo noi queste risposte, le andranno a cercare da qualche altra parte: meglio quindi che ad aiutarli in questo delicato settore della crescita siano genitori ed insegnanti.
Come comunicare in modo efficace con i bambini riguardo all’area della sessualità
Comunicare in modo efficace significa che tra le due parti in gioco all’interno del processo di comunicazione c’è intesa, sintonia e capacità di ascoltarsi e comprendersi. La comunicazione efficace è la strategia più utile per comunicare con i bambini riguardo ad un tema tanto delicato, emotivamente complesso e pregnante come la sessualità. Per diventare comunicatori efficaci bisogna essere dotati di competenze quali saper ascoltare con pazienza e attenzione (anche i messaggi non verbali) , comprendendo il punto di partenza (cioè la posizione in cui si trova) dell’altro e cosa lo preoccupa o cosa realmente gli è utile all’interno di quello specifico processo di comunicazione.
Per esempio un bambino di 8 anni che ha sentito parlare delle mestruazioni senza aver compreso molto bene di cosa si tratta potrebbe avvicinarsi a voi e domandarvi “E’ vero che tutte le donne perdono sangue ogni mese?”. Questa domanda è stata fatta da molti bambini anche nel nostro progetto di Vercelli. Il significato di questa domanda potrebbe non essere tanto associato al desiderio di conoscere cos’è e come avviene il ciclo mestruale; bensì il bambino potrebbe sentire la necessità di essere rassicurato che la sua mamma non si è fatta e non si farà male, percependo che nel ciclo mestruale è implicato il sangue.
In effetti, il processo della comunicazione efficace non è poi così semplice, soprattutto in famiglia, perché - anche se le parti in gioco al suo interno sono sempre le stesse – i momenti in cui i soggetti si mettono in relazione variano in funzione dell’età, del momento evolutivo e anche degli accadimenti, tra cui particolare importanza hanno quelli estemporanei ed imprevisti. I bambini potrebbero farci domande difficili o imbarazzanti mentre siamo in cucina, mentre viaggiamo in auto o proprio nel mezzo della festa di compleanno dei nonni.
E’ fondamentale non lasciarsi prendere dal panico, dotarsi di buona volontà e pazienza e, se possibile, provare a presidiare nel dialogo i seguenti elementi che sono fondamentali e di importanza insostituibile:
la chiarezza
la capacità di rispondere alle domande che il bambino fa, chiedendo feed back allo stesso bambino e spesso domandandogli di fornire egli stesso una risposta alla domanda che ha appena rivolto all’adulto. Il feedback è importante perchè prima di tutto consente all’adulto di capire a che punto sta realmente la conoscenza del bambino e inoltre permette di verificare ciò che il bambino ha compreso e appreso nel corso della conversazione con l’adulto. Chiedere al bambino “Tu cosa ne pensi? Secondo te qual è la risposta appropriata per questa domanda” vi fornisce l’immediata possibilità di verificare non solo cosa sa lui, ma anche perché vi sta chiedendo proprio quella cosa in quel momento.
la capacità di ammettere la propria confusione o incapacità di fornire una risposta, se questo è il caso. Se vi trovate nell’incapacità di rispondere, perché realmente non sapete cosa dire, può esservi utile ammettere che siete in difficoltà dicendo”Mi fai una domanda davvero complessa. Devo pensarci su, dammi tempo e magari stasera ne riparliamo insieme”.
la condivisione di uno spazio sufficientemente adatto e intimo per parlare insieme di un argomento tanto delicato qual è appunto la sessualità. Una domanda fatta dal bambino nel mezzo della festa di compleanno del nonno potrà essere “sospesa” e gestita più tardi con una risposta di questo tipo: “la domanda che stai facendo, Luigi, è molto importante, ma un po’ fuori luogo in questo momento. Stasera prima di andare a nanna ne riparliamo insieme e ti dirò tutto ciò che vuoi sapere”. Questo approccio vi permetterà di evitare di dare risposte imbarazzate di fronte a tutti, di tirare il fiato e magari anche di prepararvi
la capacità di ascoltare. Meno si parla e più si apprende. Scandagliate bene le domande che i bambini vi fanno per comprenderne i significati nascosti, le cose “non dette” che si nascondono in una domanda o in una frase di vostro figlio. Prima di cominciare a parlare e a dare una risposta conviene fermarsi e domandarsi cosa li preoccupa e perché hanno voluto farci proprio quella domanda.
Riconoscere la natura emotiva dei dubbi e delle paure dei bambini. Oltre a comprendere cosa il vostro bambino vi sta chiedendo, può essere molto utile anche verificare come ve lo sta chiedendo. Mostra vergogna o imbarazzo, oppure vi parla con tranquillità e spontaneità? Si mostra timido e reticente, magari mantenendo una postura corporea tutta chiusa e ripiegata su se stesso, oppure vi guarda negli occhi, mentre vi domanda ciò che vuole sapere? Si tratta di piccoli particolari che fanno una grande differenze e vi aiutano anche a comprendere l’urgenza e l’intensità emotiva con cui il bambino si attend

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